L’ adozione fa scuola. Quante storie in ogni classe!
Giovanna Martinelli, Sonia Negri
Editore: Franco Angeli
Pagine a: 138 p.
- INTERVISTA
- PRESENTAZIONE
- PRESENTAZIONE AUTRICI
- INDICE
- ALCUNE PAGINE DEL LIBRO
1)Intervista alle autrici
Cosa vi ha spinto a scrivere il libro L’ADOZIONE FA SCUOLA?
Da anni l’associazione Petali dal Mondo porta nelle scuole i laboratori “Quante storie!” proponendo un nuovo modello di didattica per affrontare la storia personale, tema tanto affascinante quanto delicato. Il laboratorio piace e soprattutto funziona. Permette infatti ai bambini di raccontare la propria storia, qualunque essa sia, in un clima di ascolto e comprensione. Aiuta gli insegnanti ad affrontare in classe tematiche difficili e coinvolge le famiglie dei bambini rendendole protagoniste e favorendo una reale collaborazione tra genitori e insegnanti. Il libro nasce dunque dal desiderio di raccontare queste esperienze positive e fornire tutte le indicazioni necessarie perché possano essere riproposte in altre scuole.
A chi consigliereste la lettura del libro?
Innanzitutto agli insegnanti delle scuole primarie, che ogni giorno entrano in classi composte da tanti bambini diversi, ognuno con la propria storia, ognuno con i propri bisogni e le proprie risorse. Questo libro può fornire spunti interessanti per attività che riescano a valorizzare le diversità di ciascuno trasformandole in preziose occasioni per fare scuola.
In particolare consigliamo il libro a chi per scelta, per lavoro o per casualità incontra l’adozione nella sua vita, ne riconosce la complessità e la bellezza e vuole impegnarsi a costruire un mondo sempre più capace di accogliere l’altro e lasciarsi cambiare.
Quanto è importante per un bambino adottato raccontare la propria storia?
Per ogni bambino é importante conoscere la propria storia, sentire qualcuno che gliela narra, capirla e avere delle occasioni per raccontarla agli altri. Sono passaggi fondamentali per costruire la propria identità. Chi ha storie complesse, fatte di grossi cambiamenti, di perdite e magari anche di traumi, fa più fatica a comprendere e dare un senso a quello che gli é successo. Ma ne ha ancora più bisogno degli altri. I bambini che sono stati adottati vivono una storia del tutto particolare e non sempre hanno vicino qualcuno che condivide un’esperienza simile. Si sentono diversi da tutti, gli unici a non avere una storia come gli altri, gli unici che non possono rispondere alle domande sulla propria nascita, gli unici con un’esperienza di vita complicata di cui non si può parlare in classe. Questa situazione crea nei bambini adottati un disagio che si può manifestare sia in classe che in famiglia. Spesso i comportamenti che noi giudichiamo inadeguati o disturbati sono una richiesta di aiuto. Il laboratorio dei Petali dal Mondo è una delle possibili risposte.
Il racconto della storia personale deve essere un racconto che ricostruisce fedelmente la storia di ogni bambino?
Dobbiamo distinguere tempi e contesti. Ogni bambino ha il diritto di conoscere tutte le informazioni possibili sulla propria storia, anche quelle difficili da spiegare, anche quelle che vorremmo evitargli. Questo compito spetta ai genitori, che devono anche scegliere quando e come aiutarlo a comprendere i passaggi più complessi della sua vita. Più che una ricostruzione fedele di avvenimenti e date, il racconto deve essere una narrazione emotiva capace di integrare il passato con il presente e dare significato alle esperienze.
Per quanto riguarda il contesto scolastico crediamo, e auspichiamo, che in ogni classe si possano creare le condizioni giuste perché ogni bambino si senta bene e possa desiderare di raccontare qualcosa di sé, ma é fondamentale rispettare i tempi e le scelte di ciascuno. I bambini, come gli adulti, devono essere lasciati liberi di scegliere cosa dire in classe riguardo alla propria storia, cosa tenere per sē e cosa confidare solo agli amici più stretti.
“Il raccontarsi” è un’attività utile solo in presenza di bambini adottati, o può essere un percorso che , anche nelle classi senza bambini adottati, coinvolga tutti : bambini, insegnanti e genitori?
Siamo assolutamente convinte che il raccontarsi sia un’esperienza interessante e utile sempre, per i bambini e per tutti noi, insegnanti e genitori. I genitori adottivi lo imparano presto e coloro che partecipano ad attività di confronto di gruppo lo sperimentano costantemente. Raccontarsi reciprocamente storie ed emozioni ci arricchisce delle esperienze altrui, ci aiuta a capire meglio noi stessi e ci permette di trovare nuove strategie per affrontare le difficoltà che la vita ci pone. Anche in questo caso l’adozione fa scuola!
Aggiungiamo che il laboratorio “Quante storie!” è stato proposto con successo già in diverse classi senza la presenza di alunni adottati. E ci sono stati genitori che ci hanno chiesto di organizzare un laboratorio dedicato agli adulti. Insomma, raccontarsi fa bene a tutti!
Per chi vuole conoscere meglio il laboratorio “Quante storie!” e metterlo in pratica nella propria classe o nel proprio gruppo, i Petali dal Mondo organizzeranno un workshop gratuito nella prossima primavera. Per iscrizioni o informazioni info@petalidalmondo.it
2) presentazione
La società in cui viviamo è sempre più articolata, pluralista e multietnica. Al suo interno convivono esperienze di vita molto diverse, tra le quali quella dell’adozione.
Arrivano all’adozione bambini con storie molto differenti ma tutti, chi prima e chi dopo, devono iniziare la scuola. E i genitori, fiduciosi e preoccupati, affidano i loro figli agli insegnanti. Ma il compito è arduo. Mancano gli strumenti, le competenze e l’abitudine a una collaborazione efficace tra scuola e famiglia. Molti genitori testimoniano le difficoltà dei propri figli a scuola, molti insegnanti lamentano la mancanza di preparazione specifica e il disagio nell’affrontare in classe tematiche riguardanti le storie personali di bambini con percorsi di vita a volte difficili.
Un primo passo per affrontare la problematica è la conoscenza della realtà adottiva in tutte le sue sfaccettature. È dunque utile parlarne in classe affrontando con serenità l’argomento e dando ai bambini l’occasione di chiedere, capire e riflettere.
Dopo aver maturato queste consapevolezze, l’Associazione Petali dal Mondo ha realizzato il laboratorio “Quante storie!”, che viene dettagliatamente presentato nel testo, con l’obiettivo di fornire uno strumento per supportare le famiglie adottive e gli insegnanti. L’obiettivo principale del laboratorio è di valorizzare l’unicità di ciascun bambino e della sua storia, l’obiettivo specifico è di incentivare la circolarità di storie di vita meno consuete da raccontare in classe e da spiegare ai bambini. Tra queste vi è l’esperienza dell’adozione, ma anche quella dell’affido o tante altre.
Le autrici nel volume mettono a disposizione le esperienze e il materiale raccolto negli anni per affidarlo a chi ne sappia fare tesoro, con la speranza di contribuire a rendere la scuola un’esperienza di crescita piacevole per tutti i bambini
3) Le autrici
Sonia Negri si interessa di adozione da quasi vent’anni, come mamma, come co-fondatrice e volontaria dell’Associazione Petali dal Mondo e da qualche anno anche come collaboratrice del C.T.A. – Centro di Terapia dell’Adolescenza. È autrice con Milena Dalcerri e Anna Colombo di Nonni adottivi: mente e cuore per una nonnità speciale (FrancoAngeli, 2014) e con Sara Petoletti di Adottato anche tu? Allora siamo in due! …o forse di più! (Ancora, 2016).
Giovanna Martinelli, medico ospedaliero, è Presidente dell’associazione Petali dal Mondo di Tradate. Ha un marito e due figli, nati in due Paesi lontani e diversi. L’adozione li ha resi una meravigliosa famiglia.
4) Indice
- Prefazione
- Premessa
- Introduzione
- Scuola e adozione
(Introduzione; Le linee di indirizzo per favorire il diritto allo studio degli alunni adottati; Il difficile ruolo della scuola: accogliere e integrare tutti i bambini) - Il laboratorio “Quante storie!”
(Introduzione; Il laboratorio; Descrizione delle attività; Riflessioni sul laboratorio “Quante storie!”) - Conclusioni
- Ringraziamenti
- Bibliografia
- Appendice. Petali dal Mondo