Archivi autore: Walter Brandani

INDICE

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Premessa………………………………………………………. 5

Tra le parole del libro…………………………………. 8

Abbraccio………………………………………………… 13

Accompagnare…………………………………………. 19

Amare……………………………………………………… 27

Quale amore?………………………………………… 31

L’innamorato…………………………………………. 34

Attesa………………………………………………………. 35

Desiderio………………………………………………….. 41

Errore……………………………………………………… 47

Futuro……………………………………………………… 53

Guardare…………………………………………………. 59

Libertà e limite…………………………………………. 65

Mamma e Papà…………………………………………. 71

Piangere…………………………………………………… 79

Regola……………………………………………………… 83

Speranza………………………………………………….. 89

Bibliografia generale…………………………………… 95

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Less is more – Le parole dell’educare

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Quando pronunciamo alcune parole come amore, desiderio, regola, ne conosciamo il significato più profondo? Sappiamo farci accompagnare da loro nel nostro agire quotidiano e nelle relazioni con l’altro?

L’autore ha approfondito la natura di tredici vocaboli a lui cari, convinto che chiarire il loro significato originario, cercando di coglierne le potenzialità educative, possa non solo ridare senso alle parole ma anche parlare di noi stessi e del nostro rapporto con alcuni concetti pedagogici fondamentali. Perché le “nostre” parole, come conchiglie silenziose sulla spiaggia, aspettano di essere raccolte e portate all’orecchio per svelare un mare di ricordi ed emozioni.

A Chiara

A Chiara: la nostra intervista a Swamy Rotolo e Jonas Carpignano - Gloo
Regia di Jonas Carpignano. – Italia, 2021, durata 121 minuti. Età +13

1. TRAMA

2. RECENSIONI

3. VIDEO

  1. TRAMA

La famiglia Guerrasio si riunisce per celebrare i 18 anni della figlia maggiore di Claudio e Carmela. È un’occasione felice e la famiglia è molto unita, nonostante una sana rivalità tra la festeggiata e sua sorella Chiara di 15 anni sulla pista da ballo. Il giorno seguente, quando il padre parte improvvisamente, Chiara inizia a indagare sui motivi che hanno spinto Claudio a lasciare Gioia Tauro. Più si avvicinerà alla verità, più sarà costretta a riflettere su che tipo di futuro vuole per se stessa.

2. RECENSIONI

Chiara conduce la vita “normale” di una quindicenne. Almeno apparentemente. Va a scuola, corre in palestra, ha due genitori amorevoli, gioca con le sorelle, la maggiore Giulia e la più piccola Giorgia, si diverte con le amiche, tra canzoni, pettegolezzi e battibecchi, nel lungomare di Gioia Tauro. Senza troppi pensieri, piccoli gesti di ribellione, una sigaretta elettronica fumata neanche troppo di nascosto, la risposta sempre pronta, un carattere niente male. Finché, durante la festa per i diciotto anni di Giulia, arrivano alcuni uomini, la tensione sale, succede qualcosa di poco chiaro, il padre se ne va, poi torna a casa, poi scappa dal retro. E qualcuno incendia la sua auto. Ecco, quella macchina in fiamme, su cui, tra l’altro, si conclude il corto A Chiara, specie di costola onirica del lungo, è il punto di innesco che apre un’altra dimensione.

Da lì parte il viaggio della giovane protagonista, che non è altro che un’immersione in quel buco nero che le appare, per un istante, in casa. Quando si accorge del lato oscuro della sua famiglia, dell’ombra criminale di suo padre, di tutto quell’universo fino ad allora quotidiano, non volta lo sguardo altrove. Nonostante la madre cerchi di tranquillizzarla, nonostante Giulia reagisca alle sue insistenti domande apostrofandola “bambina”. La sorella, che sa, ha l’atteggiamento opposto: convive con quell’ombra, senza farsi troppi problemi inutili. Chiara, invece, vuole capire di più, come se quella sua personale inchiesta non fosse altro che un processo di conoscenza di sé stessa. Segue, pedina, chiede, attacca, non accetta facili rassicurazioni né compromessi. E, soprattutto, va a fondo. Il film è costellato di discese continue, con un’insistenza metaforica evidente. Nel bunker sotto casa, in cui Chiara si rifugia e pare quasi ambientarsi. Nell’altro nascondiglio tra le montagne, in aperta campagna, dove affronta finalmente il padre. E da lì è tutto un viaggio sotterraneo nei traffici illeciti, tra retrobottega, depositi, portabagagli, posti di blocco. Al punto che il film sembra quasi diventare il racconto di un’educazione criminale, la definitiva realizzazione di un’affiliazione fondata sul legame di sangue. “È tanto brutto questo lavoro?”, chiede Claudio alla figlia, rivendicando in qualche modo la legittimità di una scelta dettata dal bisogno. E da una domanda come questa emerge in tutta evidenza la trasparenza dello sguardo di Carpignano, che, sebbene non giustifichi, si tiene sempre lontano dal giudicare i suoi personaggi, cercando di illuminarne la posizione, le motivazioni delle loro scelte di vita. Come se nell’osservazione delle dinamiche, fosse già incorporata, non dico la comprensione, ma di sicuro una conoscenza concreta di certe esperienze, che solo a posteriori diventano dati sociali, antropologici, politici. Perciò Carpignano segue senza stigmatizzare, sforzandosi di accordarsi sempre a un lato più umano, a ciò che c’è di “normale” anche nelle vite più contorte e “controverse”. Come nella lunga, bellissima scena del compleanno di Giulia. Tanto, poi, ci pensa la storia a ristabilire gli equilibri, come per una legge del karma. E, difatti, ciò che sta davvero a cuore è il percorso di Chiara, quest’apparente, continua fuga, che in realtà è un gesto di riappropriazione di libertà individuale. Al di là delle necessità del sangue e del destino, di quell’heimarmene che, invece, era stata la condanna di Pio di A Ciambra, costretto a tradire la fiducia dell’amico Ayiva. I due protagonisti dei film precedenti, tra l’altro, qui tornano in piccoli incisi, così come ricompare il quartiere rom di Gioia Tauro. A riprova di come Carpignano sia uno dei pochi autori italiani capaci di delineare un universo narrativo organico, complesso, fatto di connessioni, assonanze, rime interne. Dove il reale è il punto di partenza, il deposito delle tracce, delle esperienze e dei volti che prendono poi piena forma nella costruzione poetica. Che si nutre delle traiettorie e delle implicazioni del racconto, certo, ma anche di tutta una dimensione “soggettiva”, che emerge dalle visioni, dalle percezioni sonore, dalla deformazione fantastica, inconscia della protagonista. E qui, davvero, Carpignano aderisce in pieno, a questo sentire in prima persona di Chiara. Al volto e ai movimenti della straordinaria Swami Rotolo, che già, a ulteriore conferma, appariva in un piccolo ruolo in A Ciambra. E immaginiamo di ritrovarla, in futuro. Oltre i suoi diciotto anni, quell’età in cui non si è più bambini, ma neanche davvero adulti. Oltre la festa, non del tutto spensierata, costellata com’è di residui del cuore e della memoria, percorsa dalla presenza ineliminabile dei fantasmi. Fuori dal rifugio, ma solo all’inizio del viaggio, l’attenderemo all’altro lato della corsa… di Aldo Spiniello https://www.sentieriselvaggi.it/a-chiara-di-jonas-carpignano/

3. VIDEO

TRAILER

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LA MIA FAMIGLIA

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ZIA E CHIARA
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LE FIABE FANNO BENE

Fabian Negrin. Tra le righe dei fratelli Grimm - Andersen
  1. Perché le fiabe fanno bene?
  2. Le carte di Propp
  3. Approfondimento al cura del prof. A. Croci

  1. PERCHE’ LE FIABE FANNO BENE?

Le fiabe parlano il linguaggio della fantasia, cioè quello del bambino e lo mettono di fronte alle paure, alla necessità di sentirsi amati, all’angoscia della morte e della separazione.

Inoltre…..

  • Ai bambini piace sentire narrare una storia
  • La fiaba favorisce l’acquisizione di elementi logici, sequenze temporali, causa-effetto, e fantastici.
  • Le fiabe contribuiscono allo sviluppo psicologico dei bambini
  • L’ascolto di una fiaba permette al bambino di conoscere nuovi vocaboli e di aumentare la capacità di concentrazione e di attenzione.
  • La fiaba concorre allo sviluppo emotivo/affettivo: il bambino nell’immedesimarsi con i personaggi, vivrà le loro emozioni
  • La lettura delle fiabe può diventare un rito affettivo che rafforza il legame con il lettore, dando sicurezza al bambino.

2. LE CARTE DI PROPP

Vladimir Propp ha studiato la struttura delle fiabe della tradizione arrivando ad isolare 31 funzioni fondamentali. Ogni funzione, (il cui elenco completo si trova ad esempio qui) rappresenta una situazione tipica della trama di una fiaba: si tratta degli ingredienti con cui le fiabe sono costruite e che possiamo utilizzare per inventarne di nuove.

Come si gioca con le carte?
Secondo il suggerimento di Gianni Rodari, si possono costruire delle carte, ognuna corrispondente ad una delle funzioni di Propp, utilizzando delle parole chiave o dei disegni. I giocatori poi costruiscono storie ispirati dalle carte estratte. (all’inizio è meglio utilizzare poche carte)
questo link  si possono scaricare delle carte da colorare o a cui ispirarsi: i bambini possono essere coinvolti fin dalla preparazione, importante per familiarizzare con le varie funzioni e ciò che evocano in loro l’allontanamento, il divieto, il tradimento, il dono…

I bambini amano mescolare le carte, improvvisandosi delle regole: estrarne tre a caso e costruirci una storia completa; partire dall’ultima carta della serie; dividersi il mazzo, tra due gruppi, e comporre due storie a gara. Spesso basta una carta a suggerire una favola.”(Gianni Rodari, Grammatica della Fantasia).

3. APPRONDIMENTO

Il prof. A. Croci ha tenuto cinque incontri on-line sulla fiaba, che potete riascoltare cliccando qui.

Temi trattati:

  • La fiaba: raccontare la notte.
  • Dalla fiaba all’avventura
  • La fiaba tenta la psicoanalisi
  • La fiaba mi piace aver paura
  • Amore in fiaba: La bella e la bestia

GLI AUTORI

Walter Brandani, educatore professionale e mediatore familiare, insegna nella scuola primaria di Tradate (VA).

Manuela Tomisich è psicologa-psicoterapeuta e mediatrice di comunità. È docente nel corso di laurea specialistica in Psicologia presso l’Università Cattolica del S. Cuore di Milano e di deontologia presso università Milano Bicocca

LA PROGETTAZIONE EDUCATIVA

LEGGI

IN BREVE

INDICE

GLI AUTORI

LEGGI LA PREMESSA

In vendita in tutte le librerie e anche on line

In breve
Che cosa significa “progettare in campo educativo”? Soprattutto, che cos’è concretamente un progetto in un servizio sociosanitario e come lo si realizza? Chi sono gli attori in gioco e quali le fasi del progetto? Il libro, rivolto a tutti gli operatori sociali e in particolare agli educatori, intende rispondere a queste domande. Nella prima parte, teorica, si propone un modello di costruzione di un progetto, prendendone in esame tutte le fasi. Nella seconda si analizzano alcuni progetti scritti e realizzati da educatori e operatori sociali per fornire delle esemplificazioni valide per la pratica operativa. Questa nuova edizione approfondisce il tema della progettazione anche in rapporto alle nuove complessità educative e alla realtà virtuale.

Indice


Prefazione di Alessandra Vecchi
Introduzione. Perché parlare di progettazione nelle professioni socioeducative?


Parte prima
La teoria

1.La progettazione: aspetti teorici
Che cosa significa progettare/Perché è indispensabile progettare: la progettazione come strumento per vivere nella complessità/Il progetto: una risposta al problema/Il luogo del progettare/Progettare nel mondo virtuale

2. Come si costruisce un progetto
Il percorso di costruzione del progetto/La fase di qualificazione: l’osservazione/La fase di qualificazione: individuazione della situazione problema, definizione degli obiettivi e verifica della fattibilità/La fase di definizione/La fase di realizzazione 63. La verifica e la valutazione/La costruzione di un progetto e l’educatore/La supervisione.


Parte seconda
La pratica

3. La progettazione: aspetti pratici
Dal soggetto al territorio: l’applicazione di una metodologia/La progettazione con l’adulto gravemente disabile, ovvero progettare al limite del “compito impossibile” /La progettazione in un servizio di assistenza domiciliare ai minori, ovvero progettare nell’evoluzione/La progettazione di un servizio. Il progetto educativo della cooperativa “La casa davanti al sole”/La progettazione di un servizio in una complessità


Bibliografia

GLI AUTORI

Walter Brandani, educatore professionale e mediatore familiare, insegna nella scuola primaria di Tradate (VA).

Manuela Tomisich è psicologa-psicoterapeuta e mediatrice di comunità. È docente nel corso di laurea specialistica in Psicologia presso l’Università Cattolica del S. Cuore di Milano e di deontologia presso università Milano Bicocca

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Prefazione di Alessandra Vecchi
Introduzione. Perché parlare di progettazione nelle professioni socioeducative?


Parte prima
La teoria

1.La progettazione: aspetti teorici
Che cosa significa progettare/Perché è indispensabile progettare: la progettazione come strumento per vivere nella complessità/Il progetto: una risposta al problema/Il luogo del progettare/Progettare nel mondo virtuale

2. Come si costruisce un progetto
Il percorso di costruzione del progetto/La fase di qualificazione: l’osservazione/La fase di qualificazione: individuazione della situazione problema, definizione degli obiettivi e verifica della fattibilità/La fase di definizione/La fase di realizzazione 63. La verifica e la valutazione/La costruzione di un progetto e l’educatore/La supervisione.


Parte seconda
La pratica

3. La progettazione: aspetti pratici
Dal soggetto al territorio: l’applicazione di una metodologia/La progettazione con l’adulto gravemente disabile, ovvero progettare al limite del “compito impossibile” /La progettazione in un servizio di assistenza domiciliare ai minori, ovvero progettare nell’evoluzione/La progettazione di un servizio. Il progetto educativo della cooperativa “La casa davanti al sole”/La progettazione di un servizio in una complessità

IN BREVE

In breve
Che cosa significa “progettare in campo educativo”? Soprattutto, che cos’è concretamente un progetto in un servizio sociosanitario e come lo si realizza? Chi sono gli attori in gioco e quali le fasi del progetto? Il libro, rivolto a tutti gli operatori sociali e in particolare agli educatori, intende rispondere a queste domande. Nella prima parte, teorica, si propone un modello di costruzione di un progetto, prendendone in esame tutte le fasi. Nella seconda si analizzano alcuni progetti scritti e realizzati da educatori e operatori sociali per fornire delle esemplificazioni valide per la pratica operativa. Questa nuova edizione approfondisce il tema della progettazione anche in rapporto alle nuove complessità educative e alla realtà virtuale.