Introduzione Capitolo primo – La psicologia dello spettatore Capitolo secondo – L’utilizzo dei film in ambito educativo Capitolo terzo – Ho visto film che… Indice tematico Bibliografia
I CLASSICI • Il giardino segreto di Frances Hodgson Burnett ( temi: AMICIZIA, PASSAGGIO INFANZIA – PREADOLESCENZA) • L’isola del tesorodi Robert Louis Stevenson ( temi: AVVENTURE, ROMANZO DI FORMAZIONE, IL BENE E IL MALE) •Il richiamo della forestadi Jack London ( temi: ROMANZO DI FORMAZIONE, DIVERSITA’)
ALTRI LIBRI
Hodder e la fata di poche paroledi Bjarne Reuter ( temi: la crescita, il senso di responsabilità e lo scopo da porsi nella propria vita)
Il segretodi Nadia Terranova e Mara Cerri ( temi: il bullismo, la morte, la perdita, il valore dell’amicizia, la solidarietà)
I tre funerali del mio cane di Guillaume Guéraud, trad. di Flavio Sorrentino ( temi: la morte, l’amicizia e l’amore)
Le parole di mio padredi Patricia MacLachlan – trad. di Stefania Di Mella ( temi: lutto, tristezza, speranza)
Ali nere di Alberto Melis ( temi: adolescenza, amicizia crescita , guerra)
VICTORIA SOGNAdi Timothée de Fombelle – ill. di Mariachiara Di Giorgio – trad. di Maria Bastanzetti (temi: crescita e relazioni, dentro e fuori la famiglia)
The Fablemans viene descritto come il film più personale di Steven Spielberg.
Al centro della storia c’è il giovane Sammy Fabelman, la cui passione per la regia è sostenuta dalla madre. Nel corso degli anni, Sammy è filma spesso le avventure della sua famiglia, tuttavia, a sedici anni, quando la sua famiglia si trasferisce, Sammy scopre una straziante verità sulla madre che ridefinirà la loro relazione e cambierà per sempre il futuro di tutti quanti.
2. Recensione
Quella del regista che racconta se stesso, e in particolare la sua infanzia o giovinezza, non è certo una novità, ma spicca come negli ultimi anni diversi registi abbiano messo su pellicola dei ricordi intimi e familiari: Alfonso Cuarón con Roma, Paolo Sorrentino con È stata la mano di Dio, Kenneth Branagh con Belfast, Carla Simón con Alcarràs e, ultimo in ordine di uscita, Steven Spielberg con The Fabelmans. Per quest’ultimo l’idea arriva direttamente da uno dei personaggi che vediamo in scena, difatti è stato lo stesso Spielberg a dichiarare che fu sua madre a chiedergli di fare un film sulla storia familiare.
Et voilà, a quasi 76 anni e al suo trentaquattresimo film il regista americano racconta tanto se stesso da giovane, soprattutto la nascita e la crescita del suo amore per il cinema, e la storia dolorosa della separazione dei suoi genitori. Spielberg riesce ad unire splendidamente i due temi, che sembrano legarsi l’un l’altro: non è casuale che proprio grazie ad alcune riprese fatte durante una vacanza il giovane Steven, che qui si chiama Sammy ed è interpretato da Gabriel LaBelle, scopre un segreto che porterà al progressivo sgretolamento del suo nucleo familiare. Ecco che il dolore e l’estro creativo entrano in una strana relazione fatta di necessità e repulsione. Ciò che più colpisce di The Fabelmans è la capacità del regista di raccontare la sua famiglia con una dolcezza e una capacità di comprensione dei limiti personali non indifferente, tipica di chi ha compreso fino in fondo chi erano i suoi genitori ed è riuscito ad andare oltre i sentimenti che un figlio prova, incondizionatamente, verso mamma e papà.
Paul Dano e Michelle Williams, che qui interpretano i genitori del giovane Sammy, sembrano una coppia potenzialmente perfetta: lui comprensivo e gentile, lei tenera quanto fragile. I due però hanno visioni della vita opposte, anche per quanto riguarda ciò che il loro figlio dovrebbe fare nella vita, in quanto il padre considera la passione del cinema un semplice hobby mentre la madre, che ha tendenze creative, lo spinge a realizzare sempre più film. Le scene emotivamente coinvolgenti, in questo senso, si sprecano, fin dalle prime sequenze in cui lo Spielberg bambino prova a rimettere in scena le immagini viste in Il più grande spettacolo del mondo di Cecil B. DeMille o i momenti di conflitto tra Sammy e la madre. Menzione speciale va fatta al personaggio della madre e alla sua interprete, Spielberg mette in scena una donna alla disperata ricerca di vita – come ci racconta l’emblematica scena del tornado –, che commette errori proprio perché incapace di controllare la sua sensibilità; Mitzi è dolce e incompresa, interpretata da una Williams in splendida forma, capace di dare un ulteriore tocco di malinconia che rende il personaggio splendidamente umano.
Dunque cinema e vita si intrecciano e, proprio come accaduto per È stata la mano di Dio, viene naturale ripensare alla filmografia del regista dopo questo straordinario racconto/confessione. Ecco che film come E.T, Hook e A.I – Intelligenza artificiale si legano a The Fabelmans, che diventa inevitabilmente il film definitivo sulla famiglia secondo Steven Spielberg. Il regista scrive e dirige quello che non è solo una lettera d’amore alla settima arte, ma è un vero e proprio viaggio nella cinefilia più sincera e genuina. Il cinema secondo Spielberg è arte e spettacolo, proprio come i film di DeMille e John Ford che il protagonista va a vedere al cinema, ma anche mezzo di comprensione del mondo e modo per trasfigurare la realtà. The Fabelmans emoziona e diverte come pochi film quest’anno ed è destinato a far parlare di sé per molto tempo, indubbiamente uno dei film da non perdere durante queste festività tanto per i cinefili più accaniti, che verranno ampiamente ripagati grazie ad alcuni tocchi geniali, tanto quanto al pubblico alla ricerca di una storia coinvolgente e appagante.
La storia che ha vinto il Premio Narrare la Parità 2017.
Tito è secco come un cracker, leggero come un moscerino, agile come un grande ballerino… ma vorrebbe giocare a rugby. Quando l’allenatore lo manda in campo le cose non vanno per il meglio, finché non parte la musica: a quel punto, improvvisamente, cambierà tutto!
Il Libro delle Meraviglie, scritto dagli alunni della classe IV B (Scuola Primaria C. Battisti – Tradate), nasce dalla voglia dei bambini di liberare la fantasia per immaginare e inventare storie che si ispirano alla lettura e all’ascolto de Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll (1865).
Avete mai provato a scavare una buca? Sicuramente almeno una volta da bambini lo avrete fatto. Mettere le mani nella sabbia e scavare un buco è una delle attività preferite dai più piccoli che desiderano scoprire cosa c’è nascosto, forse un tesoro, un mistero, qualcosa di affascinate o sconosciuto. Così scavano, giocano e creano un passaggio verso una scoperta e una grande avventura …perché il luogo più misterioso della terra si trova sempre sotto di noi o dentro di noi.
PER ACQUISTARE IL LIBRO SCRIVI A : associazionegregory@gmail.com
Contenuto non disponibile Consenti i cookie cliccando su "Accetta" nel banner"
Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Maggiori informazioni
Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.