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Educare con lo sport

Educare con lo sport

Conferenza pubblica 13 aprile 2012- ore 21.00  Centro Culturale Ferraroli – Cogliate (MB) p.zza Giovanni XXIII

Relatore prof. Raffaele Mantegazza

 

 

 

 

La pratica sportiva rappresenta un elemento fondamentale per lo sviluppo psicofisico dei  bambini e un’opportunità per confrontarsi con alcuni importanti valori quali amicizia, solidarietà, lealtà, lavoro di squadra, autodisciplina, autostima, fiducia in sé e negli altri, rispetto degli altri, leadership, capacità di affrontare i problemi, ecc.  Eppure molti bambini abbandonano dopo pochi anni la pratica sportiva perdendo così un importante occasione educativa. Con questa conferenza vogliamo non solo riportare al centro della pratica sportiva il tema dell’educare ma anche riflettere su come vivono i bambini lo sport e quanto le proposte sportive che ricevono siano veramente a misura di bambino.

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La squadra scolastica di rugby e l’Istituto Cesare Battisti di Cogliate organizzano in collaborazione con il Centro culturale Ferraroli, i comitati dei genitori, rugby Lainate, rugby Seregno, Tennis Club Ceriano e il circolo Strafossati  una conferenza pubblica per genitori, insegnanti, educatori, allenatori, dirigenti sportivi  e tutte le persone interessate agli aspetti educativi della pratica sportiva. Per informazioni e per richiedere l’attestato di partecipazione rugbycogliate@gmail.com

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R. Mantegazza è professore di Pedagogia presso l’Università di Milano Bicocca e autore di vari libri  sui principi educativi dello sport.

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Tuo figlio è cresciuto, ma trattalo da bambino, non da piccolo adulto

Pubblicata sul sito www.cheforte.it un’intervista e una recensione al libro “essere scuola” che puoi leggere cliccando qui,

 

oppure al link http://www.cheforte.it/libri-e-interviste-utili/tuo-figlio-e-cresciuto-ma-trattalo-da-bambino-non-da-piccolo-adulto.html.

L’articolo è a firma della giornalista LAURA  ZOCCOLI

Due Case e una Classe

Preoccupazioni di genitori ed insegnanti di fronte alla separazione

La separazione dei genitori per i bambini rappresenta un momento di forte crisi, di fronte al quale a volte insegnanti e genitori si sentono impreparati.
Insegnante: Cosa faccio? Cosa dico? Faccio finta di niente o gli chiedo come sta?
Genitore: Cosa dico agli insegnanti? Cosa dirà mio figlio a scuola?
In questo piccolo spazio, ovviamente non si vuole affrontare il tema della separazione familiare, che invece necessiterebbe di tempi e luoghi diversi.
Ma ribadire il concetto che le crisi che costellano la vita di ogni bambino possono, anzi devono essere affrontate con l’aiuto degli adulti.
Senza nascondere o sottovalutare la sofferenza che comporta per i bambini la separazione tra i genitori, va ricordato che la vera differenza non è tra i figli di separati e quelli di coppie unite, ma tra i figli di coppie gravemente conflittuali e non. E’ la qualità delle relazioni tra i genitori che fa la differenza.
I figli di genitori separati non sono una categoria speciale ma possono diventarlo se l’astio, il rancore e la sofferenza accecano i genitori al punto di interrompere ogni dialogo e riducono la comunicazione allo scambio di messaggi ostili.
Ma anche gli stereotipi e i pregiudizi sulla separazione ancora diffusi nella nostra cultura, le procedure legali di separazione bellicose e costose psicologicamente ed economicamente, possono fare di genitori e figli delle categorie speciali.
E’ dunque molto discutibile la tendenza ad attribuire alla separazione la comparsa nei figli di difficoltà fisiche e/o psichiche che possono avere invece ben altre cause.
Il gruppo classe può essere una risorsa per chi vive un momento di difficoltà, soprattutto nella fase attuativa della separazione, quella in cui i bambini possono sentirsi diversi, provare vergogna e vivere un senso di perdita.
Le relazioni e le esperienze vissute all’interno della scuola rappresentano un momento di normalità anche per i genitori. Possono quindi costituire una certezza, rispetto alla discontinuità provocata dalle situazioni di distacco, che avvengono con la separazione.
La classe potrebbe essere un contenitore dove strutturare momenti di conversazione e racconto.
Per realizzare questo ci vuole grande attenzione, delicatezza, capacità ed un grande lavoro di preparazione preliminare (indipendentemente dal tema separazione) per riuscire a sviluppare una coesione reciproca e coesistenza delle diversità. In assenza di tali condizioni è rischioso attivare situazioni che possono far emergere sofferenze.
Per gli insegnanti aiutare e sostenere il bambino significa assumere, verso i genitori che si separano, una posizione di “neutralità”, evitando perciò di schierarsi con l’uno o con l’altro, riconoscendone il ruolo affettivo ed educativo anche quando la convivenza non risulta più possibile.
Concludiamo con il consiglio di un libro che, come una stella, nelle notti più buie e lunge risplende maggiormente illuminando anche i percorsi più impervi:
J. Wilson, “La bambina con la valigia”, ed Salani.