1) INTERVISTA
2) SINOSSI
INTERVISTA
W. Brandani: Come è nata l’idea di scrivere un libro sul tema dei compiti a casa?
R. Mantegazza: Il tema dei compiti e quello della valutazione saranno sempre più temi caldi per la scuola, anche perché vengono affrontati in modo schematico (compiti sì/compiti no, voti sì/voti no) senza considerare che questi argomenti riguardano il tema della scuola più in generale e del suo senso per l’esperienza di vita di un ragazzo o di un bambino. Il libro cerca dunque di capire il senso dei compiti inserendolo nella domanda sul significato della scuola oggi e di proporre una soluzione che non sia troppo semplicistica
A chi si rivolge il libro?
Il testo è leggibile da tutti gli attori del teatro scolastico. Può essere letto dagli insegnanti per cercare di impostare diversamente il problema dei compiti, dai genitori per aiutare i propri figli in questa quotidiana attività, ci sono poi sezioni direttamente rivolte ai ragazzi, dalle primarie alle secondarie di II grado, per aiutarli a capire il senso dei compiti e il modo migliore per affrontarli
Spesso si sentono molti pareri discordanti sull’utilità dei compiti a casa, mai il tema dei compiti non è strettamente legato a come si fa scuola? Si possono abolire o incentivare i compiti a casa senza aver fatto una riflessione sul nostro sistema scolastico?
Come ho scritto sopra, ovviamente no, e questo è probabilmente l’errore che si compie. Se i compiti sono sostitutivi del lavoro a scuola, allora sono dannosi. Se invece sono una rielaborazione personale di una esperienza che è iniziata nelle aule scolastiche allora aiutano i ragazzi a pensare alla scuola e a trovare uno spazio per essa anche al di fuori dell’aula. Ma a due condizioni: che siano POCHI e BELLI
Qual è il ruolo dei genitori nel percorso scolastico dei figli e nello svolgimento dei compiti a casa?
Il ruolo dei genitori dovrebbe esser e sempre quello di garantire ai ragazzi uno spazio e un tempo adeguati per lo svolgimento dei compiti, ma mai di sostituirli in questa che deve rimanere una loro attività. Ovviamente tutto questo evolve con il crescere dei ragazzi: dallo “stare di fianco” per i bambini delle primarie (che nel primo ciclo NON DOVREBBERO avere compiti) al lasciare spazio al ragazzo anche se in qualche caso significherà andare a scuola con i compiti sbagliati o addirittura non svolti
SINOSSI
Nel rapporto con le famiglie la questione dei compiti a casa è una delle più controverse. Sono troppi? Sono pochi? Solo durante il weekend o anche durante la settimana? L’argomento riempie dibattiti sui mezzi di comunicazione con petizioni da una parte e dall’altra, ma riempie pure i numerosi gruppi WhatsApp che intasano mentalmente ed emotivamente la vita delle famiglie con alunni a scuola. L’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), in una recente nota, sembra aver messo un punto fermo nel dibattito: in Italia sono troppi! Questo libro scritto da un pedagogista di chiara fama fa il punto, chiarisce e dà consigli a studenti, genitori e insegnanti, dalle primarie alle superiori.