La canzone del mare

        La canzone del mare

REGIA Tomm Moore.

Animazione

Ratings: Kids+13,

durata 93 min. –

uscita giovedì 23 giugno 2016

 

 

 

INDICE

  1. Recensioni
  2. immagini
  3. video

 

  1. RECENSIONI

Saoirse è una bambina particolare, a 6 anni ancora non riesce a parlare e prova una strana e fortissima attrazione per il mare. Vive nella casa sul faro con il papà e il fratello maggiore Ben, spesso imbronciato e antipatico con la sorellina che ritiene responsabile della scomparsa dell’amata madre. La casa sul faro nasconde tanti segreti e oggetti magici, e quando Saoirse scopre due di questi, una conchiglia regalata dalla mamma a Ben per sentire il suono del mare e un vecchio mantello della madre, innesca un magnifico viaggio negli abissi marini tra foche e personaggi fantastici. Scopriamo così che Saoirse è una delle “selkies”, creature magiche che vivono a metà tra terra e mare e che con il proprio canto possono risvegliare le vittime della strega Macha, private di emozioni e trasformate in pietra. Saoirse è la prescelta e con questo suo compito inizia un immaginifico cammino in cui Ben metterà in gioco la propria vita per salvare quella della sorellina.

Song of The Sea è l’ultimo affascinante lavoro del regista nordirlandese Tomm Moore, già candidato all’Oscar perThe Secret of Kells. Attraverso personaggi e mondi magici, Moore indaga l’aspetto strettamente umano delle emozioni e dei ricordi. La strega malvagia che svuota le creature dei sentimenti negativi crede di agire in buona fede aiutandole ad eliminare il dolore. Saranno due bambini a farle comprendere che non bisogna mai privarsi delle emozioni, siano esse positive o negative, perché la vita è la storia delle nostre esperienze che, collegandosi l’un l’altre come pezzi di un puzzle, restituiscono all’uomo la sua unicità ed essenza. Ed è proprio dal dolore che parte la rinascita, quella della famiglia di Ben e Saoirse che troverà nella sensibilità e nell’audacia dei suoi più giovani componenti la forza per ripartire e tornare a vivere serenamente.
Con un’incantevole alternanza di semplicità grafica nella pittura dei personaggi e uso raffinato della tecnica per scenografie e paesaggi, Moore dà vita ad un film d’animazione per ragazzi che invita anche i più grandi a riflettere sui temi e sulle virtù tipicamente fanciullesche della solidarietà, della generosità e della purezza delle azioni.  Francesco Giuseppe Trotta – Redazione SdC MYMOVIE-

RECENSIONE

Cosa succede quando le antiche leggende irlandesi diventano un film d’animazione per bambini? Si crea un bellissimo capolavoro, come succede in La canzone del Mare (Song of the sea) di Tomm Moore, nominato agli Oscar nel 2015. Non è la prima volta che il regista si avvicina alla statuetta tanto ambita: cinque anni prima aveva affascinato bambini e adulti di tutto il mondo con un gioiello chiamato The secret of Kells. E in effetti un filo conduttore tra i due lungometraggi esiste: non si può parlare di un vero e proprio sequel ma ciò che resta, come dice il regista, è un follow-up spirituale, lo stile artistico ancora handmade, l’animazione in 2D e la musica di Bruno Coulais e Kila. Una musica che accompagna lo spettatore fin dalle prime scene, delicate, intime, di una tenerezza d’altri tempi e che riemerge poco alla volta fino a manifestarsi con tutta la sua forza nella scena finale del film. È quasi come un gioiello da salvaguardare, da esibire poco alla volta, fino alla conclusione della storia e all’emergere delle emozioni di tutti i personaggi. Perché le vere protagoniste di La canzone del mare sono proprio loro, le emozioni che caratterizzano i protagonisti: la tristezza del padre, la scontrosità del fratello Ben, la solitudine della sorella Saoirse e la voglia di cambiamento della simpatica nonnina. Tutto questo viene condito dalla soave voce della madre, che sparisce fisicamente dopo le prime scene ma resta come fantasma e spirito guida per tutta la durata del lungometraggio.

L’altro grande protagonista di La canzone del mare è il paesaggio della verde Irlanda, che con il suo mutare repentino di luci, ombre, nuvole e sole, definisce l’animo dei personaggi e riflette uno specchio di sentimenti in cui tutti noi possiamo facilmente immedesimarci. Queste le parole di Tomm Moore: “Un artista che ho ammirato molto è stato il pittore irlandese di paesaggi, Paul Henry, e ci dobbiamo ritenere fortunati per il contributo che ha dato il mio vecchio amico Ross Stewart al primo concept focalizzato soprattutto sul paesaggio irlandese”.

La canzone del mare: l’antico mito delle foche rivisitato in chiave contemporanea da Tomm Moore

Ma da cosa nasce questo racconto? Da un viaggio nelle costa occidentale in cui Moore vide una spiaggia piena di carcasse di foche, brutalmente uccise. Iniziò a pensare che un evento del genere non sarebbe mai successo nell’antichità, quando numerosi miti consideravano le foche come animali mistici, di un alto livello spirituale e protettrici delle anime delle persone disperse nei mari. Così decide di riportare il grande valore del mito nel mondo contemporaneo, dove ormai la velocità e la tecnologia ci ha allontanato dall’assaporare la musica delle nostre emozioni più profonde, e di aggiungere il suo contributo nella storia da trasmettere alle nuove generazioni, divenendo egli stesso un seanachai, ovvero una persona che impara e trasmette le storie. Come ogni mito, anche quello delle foche ha in sé dei valori universali, e il paragone con l’antica Grecia viene spontaneo, pensando ad un mito simile, che vedeva altri animali, i delfini, come mammiferi sacri, amici dell’uomo, amanti dei bambini e, guarda a caso, sensibili alla musica. La canzone del mare, vi aspetta finalmente nelle sale italiane il 23 giugno distribuito da Bolero Film. cinematographe.it

 

 

2) IMMAGINI

3) TRAILER

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