This is England (Meadows, 2006)

INDICE

SINOSSI
SCHEDA
TRAILER
VIDEO
SCENA FINALE

SINOSSI
Luglio 1983. Shaun ha 12 dodici anni, vive con sua mamma, suo padre è morto nella guerra delle Falkland. A scuola è vittima del bullismo ed è considerato da tutti un perdente, proprio in questo periodo turbolento, Shaun si trova sempre più isolato dal resto dei giovani ragazzi e passa le giornate alla spiaggia praticamente solo. Dopo l’ennesimo litigio a scuola, dovuto al suo abbigliamento da sfigato con i pantaloni a zampa di elefante, Shaun incontra un gruppo di skinheads che sembrano non curarsi dei suoi vestiti. Grazie a loro troverà degli amici veri che lo faranno sentire parte di qualcosa e il coraggio che gli è sempre mancato, riuscendo a respingere la timidezza per conoscere Smell, una ragazza più grande di lui.

Il gruppo è molto coeso nonostante sia formato da ragazzi e ragazze appartenenti a diverse sottoculture del periodo. Il gruppo è formato da Woody (skinhead), Lol (skingirl/sort), Smell (new romantic), Gadget (skinhead), Milky (skinhead original), Pukey (street skinhead), Kelly (skingirl), Pob (rude girl), Meggy (herbert) e Trev (skingirl).

Durante una festa a casa di Gadget, torna in città Combo, che è stato in prigione per 3 anni, per riprendersi il posto di capo banda portandosi dietro Banjo, un suo compagno di galera; purtroppo quando era dentro Combo ha frequentato alcuni naziskinheads che lo hanno convinto ad accogliere l’idea razzista e nazionalista del National Front inglese. Combo inizia immediatamente ad istigare i giovani del gruppo al razzismo dando brevi lezioni di vita e pronunciando discorsi sulla supremazia dei bianchi rispetto agli altri popoli, specialmente i neri. Milky, di origine giamaicana, si sente offeso e questo porta alla divisione del gruppo, nonostante i tentativi di Lol e Woody di mantenere uniti gli amici cercando di allontanare alcuni di loro, i più giovani soprattutto, dalle ideologie nazionaliste di Combo.

Una volta diviso il gruppo, Combo inizia l’indottrinamento di Shaun seguito da Gadget, Banjo, Meggy e Pukey. Quest’ultimo, dopo un discorso tenuto da un rappresentante del National Front, ha un violento diverbio con Combo a causa della sua impossibilità a condividere idee razziste. Quindi Pukey abbandona il gruppo di Naziskinheads tornando tra i vecchi amici.

Ma Combo non demorde, oltre a riappropriarsi della leadership degli skinhead cittadini vuole riavere il suo vecchio amore, Lol, che dopo la carcerazione di Combo è diventata la fidanzata di Woody. Nel frattempo Combo organizza anche dei raid contro gli immigrati, pakistani in particolare. La vita di Combo crolla dopo l’ennesimo rifiuto di Lol, invita tutti i suoi amici e poi con lo stratagemma di voler comprare della marijuana da Milky lo fa entrare in casa sua. Qui Combo capisce che la sua vita è un totale fallimento, soprattutto dopo che Milky gli descrive il suo rapporto coi familiari e le feste passate in famiglia. Combo perde la testa, aggredisce brutalmente Milky e lo riduce in fin di vita. Nella stessa occasione picchia anche il suo compare Banjo e caccia in malo modo Meggy, Smell, Gadget. L’unico che rimane nell’appartamento è il piccolo Shaun, che assiste a tutta la scena in lacrime.

In seguito vediamo la madre che rincuora Shaun sulle condizioni di Milky, fortunatamente non morto. Le immagini alla TV fanno intuire la fine della guerra delle Falkland. Shaun torna sulla spiaggia dove passava i pomeriggi da solo e getta nel mare la bandiera con la Croce di San Giorgio regalatagli da Combo.

SCHEDA
Il film descrive a meraviglia la sociologia di gruppo fra giovani marginali assistiti dal welfare inglese, senz’ombra di futuro. Ognuno, anche in questi gruppi che sembrano contrastare programmaticamente la fissità gerarchica della cosiddetta società borghese, ha una sua collocazione ed un suo ruolo ben preciso e non derogabile. C’è l’aggressivo mitomane, il testimone che segue comunque la maggioranza, l’astenico, la vittima, il ciccione. Le ragazze del gruppo sono sempre in seconda fila. Non partecipano ai giochi ma si limitano a vederli. Hanno la fissità inespressiva delle bambole di plastica.

A loro modo, sono pure dei bravi ragazzi (anche se questa valutazione può sembrare sorprendente; ma non per chi ha visto questo film). Il merito del regista è appunto quello di non avere costruito un film a tesi ma di aver realizzato il ritratto fedele di un tempo e di un gruppo. L’uno e l’altro, avvicinati con stupore e voglia di ritrarre, senza giudizi di merito, se non molto impliciti. Questo è un film per capire, non per giudicare.

In ogni caso, tutti (anche quelli che, nel gruppo, fanno un grande casino) sono degli sconfitti. Alcuni si rifugiano nel razzismo e nel nazionalismo. Ma anche queste sono stampelle che, oltretutto, non convincono tutti. Il collante di tutta la storia, l’unico che, nella sua apparente innocenza, può permettersi di infrangere le regole di questi sregolati ed attraversare i recinti che separano i vari componenti del gruppo, è il ragazzino che, recitando, esprime paura, coraggio, lucidità, aggressività e sottomissione. Una gamma di sentimenti amplissima, riflessa in un viso improbabile e, tutto sommato, anche inespressivo perché fisso. Il ragazzino infatti recita con i suoi occhi mobilissimi che si agitano in una faccia immobile che sembra essere quella di un manichino.

La vicenda si snoda su immagini sfocate di cronaca di quegli anni, rese con un color pastello sbiadito e sottolineate da una colonna sonora con le calde canzoni di quel tempo e con le improvvise e sconvolgente vibrazioni, fatte con poche note, estratte da chitarre pizzicate che emettono suoni appuntiti e roventi che ti entrano nel fisico, prima ancora che nella testa. di Pierluigi Magnaschi

TRAILER

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