Libro fammi grande (R. Valentino Merletti e L. Paladin)

Libro fammi grande

Leggere nell’infanzia
di Rita Valentino Merletti e Luigi Paladin
illustrato da Marta Comini
Idest, 2012, 128 p., ill. a colori
ISBN 978-88-87078-47-3 – Euro 15,00
Di cosa parla questo libro? 
Di come sia possibile arricchire, tramite il libro, la lettura e la narrazione, la vita dei bambini fin da quando vengono al mondo. Di quanto sia importante e possibile iniziare prestissimo. Di quanto sia fondamentale trovare e proporre  libri contagiosi che facciano venir voglia di leggerne altri. Del fondamentale ruolo dei genitori come promotori, mediatori e modelli di lettori.

Conosco una bambina (quanti anni ha Emily? forse non ancora tre) che fa la lettrice del suo gatto. Jotti si chiama la gatta di Emily, tanto per mettere in chiaro certe “ascendenze” di chi l’ha raccolta per strada e messa in casa. 

Emily, quando torna dall’asilo, afferra Jotti, e senza tanti complimenti la piazza nel giardino, si mette comoda e, libro in mano, legge alla sua gatta. Come fa la sua mamma con lei.
“Lettura con uditorio”, lo definiscono gli autori di Libro fammi grande questo comportamento: “il bambino come in un gioco simbolico recita il ruolo del lettore: fa finta di leggere e richiede qualcuno che lo ascolti, come la mamma, il fratellino o il suo pupazzo preferito”. Emily, che è un’ originale, preferisce il gatto: è vivo ma non parla, tutt’al più miagola.
Emily ha già scoperto il libro, per lei non è più un giocattolo, sa che non si può mangiare (ci ha provato!) e che non ci si entra dentro quando in una pagina il libro mostra una casetta in mezzo al bosco, ha capito anche quanto il libro le consenta di stare un bel po’ di più sulle ginocchia della mamma: lei, la mamma e il libro, loro tre racchiusi in un unico abbraccio. Deve essere ben importante il libro! Che ha figure e parole. Emily sta attenta quando la mamma legge. Guarda e “legge” con la mamma. E poi, di nascosto, diventa lei la mamma, la mamma grande che sa tante cose e sa leggere. La mamma lettrice di Jotti.

Ma prima di arrivare a questo gesto di autonomia così innovativo nella sua condotta, Emily (a questo punto, presa ad esempio, come bambina al posto della generalità dei bambini) ha già fatto un percorso importante, ricco di prove da affrontare e da superare.
Ha cominciato quand’era tutt’uno con la sua mamma. La sua mamma le parlava, leggeva, cantava, spontaneamente e come le aveva consigliato il pediatra, già allertato per la nascita di Emily. Così allenata, per lei, guardare il volto della mamma e “leggerlo”  forse è stato più facile che per altri bambini.
Così come è stata sorretta, fin dalla nascita, dall’ambiente che la circondava, ricco di oggetti, di persone, mamma papà nonni, attivamente incoraggianti e partecipi delle sue esplorazioni e scoperte. Senza queste premesse di conoscenza della realtà circostante -oggetti, cose, persone, visti, interiorizzati- come potrebbe esserci quel passaggio di simbolizzazione che dalle figure dei primi libri a quelle realtà rimandano? Come avrebbe potuto Emily fare il passaggio successivo di esplorazione dell’oggetto libro, riconoscerlo come oggetto a sé, diverso dal giocattolo, portatore di messaggi così importanti come quelli che, attraverso altri passaggi decisivi, l’hanno convinta della bontà del libro? come avrebbe potuto Emily sperimentare in proprio il piacere di “leggere” al suo gatto?

La storia di Emily, che nella sua sostanza è storia vera, diventa storia di alcuni comportamenti emblematici, che caratterizzano le fasi di una prima infanzia, riferita, in questo caso, all’evoluzione e alla crescita dei bambini (0 – 5 anni) in relazione alla scoperta del libro e della lettura: il percorso lo si può seguire passo passo nel libro che presentiamo.
Nello schema del “così dovrebbe essere”, risalta però anche la realtà diversa del “quando così non è”: quando non c’è un ambiente familiare come quello che è stato prospettato, mettendo Emily al centro di una scena ideale. Per questo nel libro si invoca tanto la formazione degli operatori che in diversi ambiti seguono il bambino. Nei nidi, a scuola, in biblioteca, in altre strutture preposte ad occuparsi dell’educazione dell’infanzia, potrebbero avvenire alcune “riparazioni”, riguardo agli svantaggi sociali di una parte della popolazione infantile.Ciascuno di noi ha esperienza della vita di un bambino. A qualsiasi titolo lo si guardi, il bambino, se lo si osserva con un po’ d’attenzione rivelerà dei comportamenti sorprendenti. Questi comportamenti sono stati e sono tuttora studiati, dando origine a varie sistematizzazioni da parte delle discipline che si occupano dell’uomo, della sua psiche, del funzionamento della sua mente. Gli studi sull’età infantile richiamano necessariamente l’apporto di diverse competenze scientifiche, che si raccordano nello stabilire o ipotizzare, statisticamente, i comportamenti più o meno adeguati, riferiti all’età. Essendo molti gli studi, si ha la possibilità di entrare in contatto con le conclusioni degli specialisti da molte angolazioni, alcune delle quali sovrapponibili, altre di sfaccettatura maggiore. Ma tutti convergono nello stabilire l’importanza del “bambino lettore”, sostenendo che una lettura precoce favorisca tanto lo sviluppo delle capacità conoscitive quanto l’instaurarsi di buone relazioni affettive.

Con un taglio originale, secondo un progetto che nulla lascia all’improvvisazione, i due autori di Libro fammi grande dissertano seguendo un metodo che assimila e intreccia le loro diverse competenze, saldandole in un’ unità d’intesa anche stilistica.
Non si pensi a Libro fammi grande come a un testo ostico per i non specialisti. Non rinunciando ad alcuna delle prerogative che caratterizzano un lavoro scientifico, gli autori scrivono “in stato di grazia” un libro che alla chiarezza espositiva unisce il piglio di una “bella scrittura”.
Si legge quindi piacevolmente, Libro fammi grande, sollecitati ad apprendere e a riflettere: anche graficamente il volume prevede delle “soste”, appositamente segnalate in box di retino grigio. Quasi chiose al testo rigorosamente incalzante, tempo disteso per dare spazio  a notizie, informazioni, anche curiosità, che nell’economia del discorso non potrebbero trovare ampia trattazione.
Parte rilevante nel volume hanno le note. Numerosissime, adempiono alla funzione loro propria di rimando bibliografico, di precisazione, di ulteriore notizia, di motivazione di alcune scelte operate nel testo. Un ricco corredo per chi voglia approfondire.
Ma l’apparato più intrigante è costituito dal percorso bibliografico che accompagna ogni tappa evolutiva. Vanno di pari passo “le conquiste” della maturità graduale dei dispositivi neurologici, dell’apprendimento e dell’accesso al libro per il bambino. Noi vediamo il bambino crescere e avvicinarsi al libro. E il libro diventa “quel libro”. Descritto nelle caratteristiche che lo fanno appropriato e meno appropriato. Tanti i libri messi in campo, anche quelli del cuore. Tanti suggerimenti a chi vuole provvedersi di un sapere in merito, tanti suggerimenti per i libri da mettere in mano ai bambini di cui ci si prende cura.

Trarranno sicuro vantaggio dalla lettura di Libro fammi grande la mamma attenta, la nonna affettuosa, “la” insegnante (sì, il genere è quello) impegnata alla grande nel suo mestiere, la bibliotecaria (idem, come sopra) che ha a cuore lo spazio della sua biblioteca destinato ai più piccoli, il pediatra avvertito che il benessere del bambino richiede un nutrimento che non è solo quello del cibo, e (perché no?) l’editore, che voglia confezionare libri a misura giusta dell’età infantile cui si rivolge.

GLI AUTORI. Rita Valentino Merletti, studiosa di letteratura per l’infanzia, si è specializzata negli Stati Uniti, è autrice di numerosi saggi, conduce regolarmente corsi di formazione per insegnanti e bibliotecari, ha promosso significativi progetti di promozione alla lettura, è presidente del Premio Nati per leggere, costola dell’Associazione omonima; Luigi Paladin, psicologo, bibliotecario, esperto di letteratura per l’infanzia, è docente universitario e docente di corsi per bibliotecari della Scuola IAL- Lombardia di Brescia.

(di Rosella Picech, Alicenelpaesedeibambini.it