Come allevare un bambino felice e farne un adulto maturo (F. Dolto 1995)

INDICE
SCHEDA
ALCUNE FRASI

Come allevare un bambino felice
E farne un adulto maturo

Françoise Dolto
Listino € 11,50

Editore Mondadori

SCHEDA
Molti adulti ritengono che per far crescere sereni i bambini basti semplicemente avere con loro un rapporto naturale e spontaneo. Solo quando le difficoltà relazionali giungono a provocare vere e proprie turbe del comportamento infantile si rivolgono agli esperti, ma spesso i più piccoli sono stati ormai minacciati in quanto hanno di più prezioso: il senso di sicurezza e di fiducia. Nel libro la psicoanalista Françoise Dolto, attenta studiosa dell’universo infantile, invita a porsi subito in un atteggiamento di ascolto e apertura nei confronti dei bambini. Per educare un fanciullo senza “ammaestrarlo”, diventando con il passare degli anni un adulto sereno e maturo, capace di affrontare la vita.

ALCUNE FRASI

Quand’è che una cosa è vera? (Babbo Natale)

Ho una domanda su Babbo Natale[…]”Dobbiamo lasciare che il bambino creda a Babbo Natale e al topolino per la perdita dei denti da latte e anche alla storia delle uova di Pasqua? Quando i compagni gli diranno la verità, la spiegazione sul simbolismo di Babbo Natale sarà sufficiente a compensare il disappunto del bambino che scopre brutalmente che i suoi genitori gli hanno mentito?”

Io credo che sia un falso problema. I bambini hanno un grande bisogno di poesia, e anche gli adulti, perché anch’essi continuano a scambiarsi gli auguri di Natale, non è vero? Che cos’è una cosa vera? Babbo Natale fa guadagnare tanto denaro, vero? Guadagnare molto denaro ha l’aria di essere una cosa vera, non le pare? Allora, io penso che chi fa la domanda si preoccupi del fatto che il bambino creda in Babbo Natale perché, per lui, parlagliene equivale a mentire. Ma un mito è poesia che ha anche la sua verità. Naturalmente non bisogna continuare per troppo tempo, né dire che Babbo Natale non farà regali se il bambino non obbedisce ai genitori e così via.
Se i genitori la “fanno troppo lunga “ e hanno l’aria di prendere questa credenza troppo sul serio, più del bambino stesso, lui non potrà dire loro. “Be’ sai, i miei compagni mi hanno detto che Babbo Natale non esiste”. E’ quel giorno che bisognerà spiegargli la differenza tra un mito e una persona vivente, che è nata, che ha dei genitori, una nazionalità, che è cresciuta e che morirà, e che necessariamente, come tutti gli esseri umani, abita in una casa sulla terra, non sulle nuvole.

Le dico subito che chi pone la domanda è decisamente contrario ai Babbi Natali, specialmente a quelli che passeggiano per strada.

Forse trova giustamente, che questa brava gente travestita spoetizzi il vero Babbo Natale, quello al quale lui ha creduto, che non incontrava per strada per tutto il mese di dicembre, che esisteva soltanto la notte di Natale. Questo lo irrita. O forse, al contrario è un signore che non ha più molta poesia nel cuore.
In tutti i casi io non so se lei crede ancora in Babbo Natale, ma io ci credo ancora.
Le posso raccontare (è noto che sono la madre di Carlos, il cantante) che, quando Jean (poiché questo è i suo vero nome) era a scuola materna, un giorno mi ha detto:

“Ma come è possibile che di Babbi Natali ce ne siano così tanti? Ce ne sono di blu… ce ne sono di viola… ce ne sono di rossi!”
Si passeggiava per strFada e c’erano Babbi Natale dappertutto.
Allora io gli ho detto: “Ma sai, quel Babbo Natale là io lo conosco, è Untel “; era uno dei dipendenti di un negozio di giochi, o di una pasticceria, che si era travestito da Babbo Natale.”Vedi si è travestito da Babbo Natale”.
Lui mi ha chiesto: “Ma allora quello vero?”
“Quello vero è solo dentro i nostri cuori. E’ come uno gnomo o un gigante che si immagina. Quando si è piccoli, si è contenti di pensare che possono esistere gli gnomi o i giganti. Sai bene che gli gnomi non esistono. I giganti delle favole neppure. Babbo Natale non è nato, non ha avuto un papà, una mamma. Non è un essere vivente; vive soltanto nel periodo di Natale nei cuori di tutti quelli che vogliono fare una sorpresa per festeggiare i bambini piccoli. E tutti gli adulti rimpiangono di non essere più bambini piccoli; quindi amano molto continuare a dire a bambini “E’ Babbo Natale”. Quando si è piccoli non si sa distinguere tra cose vere, viventi, e le cose vere che vivono solo nel cuore”.
Lui ascolta tutto quanto e mi dice: ”Allora il giorno dopo Natale lui non se ne va sul suo carro, con le sue renne? Non sale di nuovo tra le nuvole?”
“No. Perché lui è nei nostri cuori”
“Allora non metterà niente sotto l’albero?”
“Chi non ci metterà niente?”
“Non ci sarà niente sotto l’albero per me?” “Ma si!”.
“ Ma allora, chi ce l’avrà messo?” Io ho sorriso.
“Siete tu e papà a metterci qualcosa?”
“Sì. Certamente”.
“Allora posso essere anch’io Babbo Natale?”
“Certo, tu puoi essere Babbo Natale. Tu metterai delle cose sotto l’albero? Per tuo papà, per me e per Marie. E dopo saprai che sei tu il Babbo Natale per gli altri. E io dirò: “Grazie, Babbo Natale”; e sarai tu che avrai avuto il ringraziamento, ma io farò finta di non saperlo. A tuo padre non dirò che sei tu, così per lui sarà una sorpresa.“
Lui era incantato, estasiato, e mi ha detto, ritornando dalla passeggiata: “E adesso che so che non esiste davvero, è veramente bello Babbo Natale“.
L’immaginazione e la poesia infantili non sono né credulità, né puerilità, ma intelligenza in un’altra dimensione.