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GLI AUTORI

Walter Brandani, educatore professionale e mediatore familiare, insegna nella scuola primaria di Tradate (VA).

Manuela Tomisich è psicologa-psicoterapeuta e mediatrice di comunità. È docente nel corso di laurea specialistica in Psicologia presso l’Università Cattolica del S. Cuore di Milano e di deontologia presso università Milano Bicocca

INDICE

Indice


Prefazione di Alessandra Vecchi
Introduzione. Perché parlare di progettazione nelle professioni socioeducative?


Parte prima
La teoria

1.La progettazione: aspetti teorici
Che cosa significa progettare/Perché è indispensabile progettare: la progettazione come strumento per vivere nella complessità/Il progetto: una risposta al problema/Il luogo del progettare/Progettare nel mondo virtuale

2. Come si costruisce un progetto
Il percorso di costruzione del progetto/La fase di qualificazione: l’osservazione/La fase di qualificazione: individuazione della situazione problema, definizione degli obiettivi e verifica della fattibilità/La fase di definizione/La fase di realizzazione 63. La verifica e la valutazione/La costruzione di un progetto e l’educatore/La supervisione.


Parte seconda
La pratica

3. La progettazione: aspetti pratici
Dal soggetto al territorio: l’applicazione di una metodologia/La progettazione con l’adulto gravemente disabile, ovvero progettare al limite del “compito impossibile” /La progettazione in un servizio di assistenza domiciliare ai minori, ovvero progettare nell’evoluzione/La progettazione di un servizio. Il progetto educativo della cooperativa “La casa davanti al sole”/La progettazione di un servizio in una complessità

IN BREVE

In breve
Che cosa significa “progettare in campo educativo”? Soprattutto, che cos’è concretamente un progetto in un servizio sociosanitario e come lo si realizza? Chi sono gli attori in gioco e quali le fasi del progetto? Il libro, rivolto a tutti gli operatori sociali e in particolare agli educatori, intende rispondere a queste domande. Nella prima parte, teorica, si propone un modello di costruzione di un progetto, prendendone in esame tutte le fasi. Nella seconda si analizzano alcuni progetti scritti e realizzati da educatori e operatori sociali per fornire delle esemplificazioni valide per la pratica operativa. Questa nuova edizione approfondisce il tema della progettazione anche in rapporto alle nuove complessità educative e alla realtà virtuale.

L’età giovane

(Leggi anche BUONA VISIONE EDUCARE CON I FILM )

Regia di Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne.
Belgio, 2019
Titolo originale: Le Jeune Ahmed
Età dai 13 anni

  • Sinossi
  • Recensione
  • Video

SINOSSI

Ahmed, adolescente musulmano del Belgio, pianifica l’omicidio della sua insegnante dopo aver abbracciato l’ala più radicale della sua religione.

RECENSIONE

Leonardo Gandini cineforum.it
Questo film inizia con un’ascesa – per le scale, di corsa – e finisce con una caduta, dall’alto, in un prato. Se parto da qui, è perché le traiettorie fisiche del protagonista, in L’età giovane come in tutto il cinema dei Dardenne, sono al contempo la bussola della nostra visione – la messa in scena è interamente definita dai movimenti e dalle soste del personaggio principale – e il centro nevralgico della loro riflessione sulla possibilità che nel mondo, malgrado tutto, ci sia ancora posto per qualche forma malconcia di umanità. A contrastare la quale entra in campo questa volta non la miseria, come in Rosetta e L’enfant, ma l’intolleranza religiosa. Ossessionato dal Corano e plagiato da un imam che butta benzina sul fuoco, il giovane Ahmed del titolo è un ragazzino con un’ansia di purezza che sbatte continuamente contro le pareti del Belgio laico e mondano nel quale si trova a vivere. Da qui la voglia di lavare nel sangue i peccati nel mondo, un po’ come Travis Bickle in Taxi Driver e Mishima nel film omonimo (entrambi scritti da Paul Schrader, il cineasta che più di ogni altro, prima dei Dardenne, ha celebrato la dannazione dei puri in un mondo che trabocca imperfezione). Ma Ahmed, a differenza dei suoi predecessori, è appunto jeune, posseduto quindi dalla fragilità interiore di un ragazzino che scambia l’intransigenza per passione e l’intolleranza per amore; e soprattutto, ha l’età giusta perchè i Dardenne credano in lui e ci facciano di conseguenza appassionare al suo lento, tormentato, soffertissimo percorso di redenzione. Avengers dell’anima, i due fratelli belgi, ma senza mai retorica, al netto di effetti speciali e colonna sonora, sempre e solo instancabilmente appiccicati al corpo del ragazzo, alla sua febbrile irrequietezza fisica, che ne esteriorizza una spirituale. Il cinema di chi è sorretto da una fede incrollabile nel genere umano e nell’evidenza delle immagini: come sosteneva Bresson (il maestro di Schrader: c’è qui una linea genealogica in atto, nel segno di una spiritualità sposata all’austerità estetica), l’idea più preziosa del film, è anche quella che devi nascondere meglio. Qui è nascosta così bene, fra le pieghe e negli anfratti del corpo acerbo di Ahmed, che si intravede solo nell’ultima, memorabile sequenza. Prima appunto bisogna cadere, anzi precipitare: la drammaturgia di un corpo disteso e inerme che, con l’eloquenza muta del dolore, racconta che sì, alla fine, l’umanità anche questa volta ce l’ha fatta.

VIDEO

TRAILER

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Ahmed e Inès

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l’incontro con la mamma in carcere

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Ahmed e Louise

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Adottato anche tu?

adottato-anche-tu-allora-siamo-in-dueo-forse-piu-239381Segui il libro su facebook CLICCA QUI 

INDICE

  1. PRESENTAZIONE LIBRO
  2. INTERVISTA ALLE AUTRICI
  3. PRESENTAZIONE AUTRICI
  4. QUARTA DI COPERTINA

1.Presentazione

Con la nascita, ognuno di noi viene catapultato in un mondo sconosciuto che viene reso conoscibile attraverso il progressivo dispiegarsi di una storia, della propria storia che noi stessi costruiamo e ricostruiamo attraverso il contributo di chi ci sta vicino. Questo vale per tutti, è la narrazione delle nostre vite. Ma l’adozione ha in sé qualcosa di diverso: ti precipita dentro una storia che è già cominciata, di cui vediamo l’epilogo ma di cui non conosciamo il prologo, o meglio, l’antefatto. Si parte da una mancanza, che non è scelti ma che ci si è trovati a vivere e che ha bisogno di essere colmata che porta con sé sensazioni ed emozioni ma anche ricordi e domande. Ed è proprio l’integrazione di queste dimensioni un primo compito che si trovano ad affrontare i due speciali narratori de ”Adottato anche tu? Allora siamo in due!…o forse di più” scritto da Sonia Negri e Sara Petoletti, edito da Ancora.

Un libro molto delicato in cui si alternano biografie di persone adottate famose del passato, racconti di storie di adozione contemporanee e interviste a chi la sua storia ha scelto di raccontarla in prima persona. Il tutto è inserito in un coinvolgente scambio di e-mail tra due ragazzi adottati, Ilaria e Gabriel che si confrontano ogni giorno con le domande che l’adozione porta con sé. Il primo contatto tra i due adolescenti avviene in modo del tutto casuale quando entrambi partecipano a un concorso di cucina online e le foto delle loro ricette vengono pubblicate sullo stesso sito.

E’ proprio l’occasione che aspettavano per raccontarsi le loro storie e iniziare una ricerca appassionante che li porterà a fare molte scoperte interessanti…Come quella che la storia è piena di personaggi famosi adottati: si va da Mosè ad Aristotele, da Steve Jobs a Marilyn Monroe, e ancora da Michael Bay (regista di “Armageddon” e “Pearl Harbor”) a Ingrid Bergman per poi arrivare fino agli idoli dei più giovani: Mario Balotelli (che dopo alcune stagioni al Manchester city, nel 2013 torna in Italia per vestire la maglia del Milan), Leiner Riflessi (cantante dei Dear Jack dal 2015) e Ruslan Adriano Cristofori (medaglia d’argento ai giochi europei di Baku nel 2015 e testimonial di Ai.Bi. amici dei Bambini).

 

2.Intervista alle autrici

Walter Brandani: Com’è nata l’idea del libro?

 

Sonia Negri & Sara PetolettiIl libro è nato dal desiderio di raccontare storie di adozione di persone che sono diventate famose e hanno realizzato i loro sogni. Spesso chi ha avuto esperienze avverse nell’infanzia fa fatica a credere in se stesso e a sognare un futuro felice. I protagonisti del libro, quando hanno cominciato la loro corrispondenza via mail, erano esattamente così. Lily, molto insicura, non riusciva a pensare al suo futuro con serenità e si sentiva sola. Gabriel invece, all’apparenza spavaldo, in realtà non aveva la forza di cercare le risposte a tutte le domande che gli affollavano la mente e si sentiva incompreso da tutti.
Nessuno di loro due immaginava che ci fossero così tante persone al mondo che avevano vissuto esperienze ed emozioni simili alle loro! La ricerca delle storie contenute nel libro e alcuni incontri speciali hanno cambiato completamente la loro prospettiva!
Ecco, abbiamo scritto questo libro con l’intento di raccontare le molteplici sfide dell’adozione e le diverse esperienze di chi ha saputo affrontarle con positività e forza tali da trasformarle in occasioni di successo.

 

 

D: A chi consigliereste il libro?

 

R: Consigliamo il libro in primo luogo a tutti i ragazzi, perché i protagonisti sono proprio loro: due adolescenti, Lily e Gabriel, che con le loro storie ci aprono un mondo di emozioni, sorrisi, dubbi, paure, progetti, speranze.
Grandi sfide per grandi sogni! Saranno proprio loro a farci entrare nella vita di tanti personaggi del passato e del presente, con curiosità, aneddoti e interviste.
I ragazzi che hanno una storia di adozione potranno poi ritrovare tra le pagine del libro vissuti e pensieri che conoscono bene… che riguardano il presente ma che sono strettamente legati anche alle proprie origini.
Il libro può essere un utile strumento per le famiglie adottive: uno spaccato del mondo adolescenziale che, con la disarmante schiettezza che solo i ragazzi possiedono, pone dinnanzi le sfide che l’adolescenza adottiva porta con sè.
Insegnanti e operatori che si occupano di adozione, si troveranno ad osservare da una posizione privilegiata i pensieri e le domande che gli adolescenti hanno in mente ma che spesso faticano ad esprimere.
Infine, per chiunque desideri approfondire il tema dell’adolescenza adottiva e sia appassionato di letture per ragazzi, come noi d’altronde, “Adottato anche tu?” è proprio il libro giusto!

 

D: Spesso si è portati a pensare che gli adottati siano persone alle quali è mancato qualcosa, cioè che hanno “qualcosa di meno” perchè sono stati “abbandonati” eppure ogni mancanza può avere il suo lato positivo, ogni abbandono offre un dono. Quale doni hanno ricevuto gli adottati e quali doni offrono?

R: E’ così un po’ per tutti: le esperienze che viviamo, soprattutto quelle difficili, possono essere delle opportunità per diventare migliori. John Lennon, la cui storia è raccontata nel nostro libro, ha detto: “L’unico motivo per cui sono diventato una star è la mia repressione. Nulla mi avrebbe portato a questo se fossi stato “normale”. 

Tanti genitori adottivi sostengono che i loro figli hanno “una marcia in più”. Ed effettivamente molti di loro hanno superato così grandi difficoltà che ne sono usciti più forti e coraggiosi, sensibili e attenti verso gli altri, più aperti all’accoglienza e capaci di apprezzare la diversità.
Nella postfazione del nostro libro, il dott. Vadilonga spiega che la chiave del successo per chi ha vissuto l’esperienza dell’abbandono è quella di “trovare il proprio posto nel mondo, integrando il passato con il presente, mettendo insieme i diversi pezzi della propria vita, facendo i conti con i vissuti dolorosi, di rabbia, di abbandono, e trovando delle risposte a domande sul senso della propria storia”.

Per quanto riguarda i doni che offre chi è stato adottato…
Per noi sarebbe troppo lungo elencarli uno per uno! 
Se non avete la fortuna di avere amici adottati, vi lasciamo il gusto di scoprirli leggendo il nostro libro!

 
D: Sappiamo che non è sufficiente aver generato un bambino per essere un “buon” genitore, la tappa fondamentale che identifica il percorso di crescita del genitore è il passaggio da colui che ha generato a colui che adotta. Tutti i genitori dovrebbero “adottare” cioè “desiderare” e “scegliere” di essere genitori dei propri figli. E’ quindi ancora corretto distinguere tra figli adottati e figli non adottati?

 
R: Spesso ci capita di pensare al nostro essere madri per i nostri figli, intendendo con questo se siamo in grado di prenderci cura a pieno di loro, di stargli accanto nella maniera migliore, di comprenderne i bisogni. Questo essere genitore fa parte di noi, permea le nostre giornate, ci rende le persone che siamo nella vita privata e in quella sociale. È una dimensione che non sentiamo di “scegliere” ogni giorno, perché è talmente nostra che non c’è bisogno di affermarla o confermarla di fronte a sè o agli altri, ma unicamente di viverla a pieno, cercando di guardarsi dentro, con onestà.
Posta questa premessa, che in realtà è la sostanza, la relazione che si costruisce con il proprio figlio non può prescindere da come è avvenuto l’incontro con lui.
L’adozione porta infatti con sè delle specificità che riguardano i genitori ma anche i figli, e che devono essere tenute in considerazione per poter far fronte nel modo migliore agli eventi della vita famigliare. Non tenerne conto sarebbe non solo una pericolosa semplificazione, ma porterebbe anche a perdere di vista la direzione di un percorso genitoriale in sè differente.

 

 

3.Presentazione autrici

Sonia Negri

E’ laureata in Lettere Moderne. Si interessa di adozione da quasi vent’anni fa, quando ha capito che avrebbe potuto essere la sua strada per diventare mamma. I figli sono arrivati, uno dopo l’altro (e non senza sorprese) e la passione per l’adozione è cresciuta con loro. E’ co-fondatrice e volontaria dell’associazione Petali dal Mondo di Tradate (VA) e collabora con il settore adozioni del C.T.A. – Centro di Terapia dell’Adolescenza di Milano. E’ una delle autrici del libro “Nonni adottivi: mente e cuore per una nonnità speciale” pubblicato da Franco Angeli nel 2014.

 

Sara Petoletti

E’ psicologa e psicoterapeuta familiare. Collabora con il C.T.A. – Centro di Terapia dell’Adolescenza di Milano, dove svolge attività clinica con individui e famiglie; ha maturato una specifica esperienza nel trattamento delle tematiche familiari correlate all’adozione. E’ responsabile del Servizio Specialistico di sostegno alle adozioni e presa in carico delle crisi adottive del C.T.A.  Ha approfondito negli anni le proprie conoscenze anche nell’ambito della tutela minorile, della valutazione delle competenze genitoriali e del sostegno alla genitorialità.

 

4.Quarta di copertina

In questo libro potete trovare:

 

  • 2 adolescenti inventati, Lily e Gabriel, che si scrivono e-mail inventate, ma fanno ricerche vere su storie assolutamente reali.
  • 23 personaggi famosi che sono stati adottati in tempi e luoghi molto diversi (qualcuno è famosissimo, qualcuno un po’ meno, qualcuno lo diventerà dopo questo libro ;-)).
  • 5 interviste esclusive (imperdibili!!!).
  • 1 messaggio scritto proprio per voi che leggete.
  • Curiosità trovate nell’web, fotografie, interviste, frasi celebri.
  • Tante domande, pensieri, riflessioni ed emozioni.
  • …e uno spazio per ognuno di voi, perché ogni storia merita di essere scritta e ascoltata.

 

 

 

NONNI ADOTTIVI. Mente e cuore per una nonnità speciale

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Nonni adottivi.

Mente e cuore per una nonnità speciale

Autori e curatori Milena Dalcerri , Anna Colombo , Sonia Negri
pp. 160, 1a edizione 2014

Prezzo: € 19,00

– Presentazione libro

– Indice

– Le autrici

– Intervista a Sonia Negri

 

 

 


 

PRESENTAZIONE LIBRO

L’adozione è un modo del tutto speciale per diventare nonni. 
Attraverso percorsi inaspettati, talvolta tortuosi e faticosi, i nonni adottivi testimoniano un’esperienza di vita ricca di soddisfazioni e di felicità.
In queste pagine sono raccolte le loro storie: le preoccupazioni che avevano prima di incontrare i loro nuovi nipotini, le emozioni che vivono insieme a loro e le sfide impegnative che affrontano tutti i giorni.
Partendo dai racconti e dai sentimenti dei nonni, le autrici hanno evidenziato gli aspetti affettivi trasformandoli in significativi spunti di riflessione teorica sull’adozione e i suoi nodi critici. Ne è nato un libro per coloro che si stanno preparando ad accogliere un nipote di cui ancora non sanno nulla e per nonni adottivi che desiderano confrontarsi con chi vive la loro stessa esperienza.
Ma è anche un libro per le coppie, che desiderano coinvolgere le proprie famiglie nella loro scelta adottiva, e per gli operatori dell’adozione, i quali sanno bene che i bambini – per crescere sereni e felici – hanno bisogno di una famiglia, nonni compresi!
É dunque un libro per tutti, in grado di parlare in particolare a coloro che sanno ascoltare con la mente e con il cuore.


 

INDICE

Mario Zevola, Prefazione
Anna e Sonia, Milena, 
Premessa
Introduzione
Parte I. Nonni adottivi
Diventare nonni adottivi
(Ruolo dei nonni in famiglia; Un modo particolare di diventare nonni)
Lavorare con i nonni adottivi
(L’esperienza dell’Associazione Petali dal Mondo; “… e adesso parlano i nonni”; “Aspettare un nipote adottivo”; “Nonni di cuori”; Commenti sul lavoro di gruppo; Commenti dei nonni; Commenti della conduttrice; Un’iniziativa destinata a crescere)
La ricerca e la raccolta del materiale
(L’analisi del materiale raccolto; Informazioni sui nuclei familiari; Alcune considerazioni conclusive)
Parte II. I nonni adottivi si raccontano
Aspettare un nipote adottivo
(L’attesa; L’incontro)
Nonni come radici
(Costruire un senso di appartenenza; Rispettare le origini del bambino; Dare nuove radici)
Nonni biologici e nonni adottivi: differenze e somiglianze
(Parlare di diversità; Difficoltà e preoccupazioni per il futuro; Nonni speciali e nipoti speciali)
Nonni e genitori insieme per il benessere di tutti
(Chi ben comincia…; … è a metà dell’opera; Educazione e regole; Il piacere di fare i nonni; Nonni e fratrie; La storia; Nonni come “maestri”)
Per concludere
La parola ai genitori
(Il ruolo dei nonni; L’utilità del gruppo dei nonni adottivi; La crescita dei nonni)


 

LE AUTRICI

Milena Dalcerri, giudice onorario presso il Tribunale per i Minorenni di Milano, da anni è impegnata nel settore dell’affido e dell’adozione. Per l’Associazione Petali dal Mondo conduce dal 2007 gruppi di nonni adottivi. Lei stessa è nonna e vive questa esperienza con grande passione ed entusiasmo.
Anna Colombo, funzionario nella pubblica amministrazione, è volontaria dell’Associazione Petali dal Mondo e conduce percorsi di formazione per aspiranti genitori adottivi. Felicemente sposata, è mamma adottiva di tre bellissimi bambini di origine lituana.
Sonia Negri presta la sua opera volontaria nella progettazione, formazione e realizzazione di interventi dell’associazione Petali dal Mondo, di cui è co-fondatrice. Un matrimonio, un’adozione nazionale, un’adozione internazionale e una gravidanza le hanno donato la gioia immensa di una famiglia speciale di cui è molto orgogliosa


 

INTERVISTA A SONIA NEGRI

Walter Brandani: Di solito quando si parla di adozione ci si concentra sui bambini e sui genitori. Perché avete pensato di scrivere un libro sui nonni?

 

SONIA NEGRI: Perchè nelle famiglie adottive il ruolo dei nonni è fondamentale e troppo spesso si rischia di dimenticarlo. Perchè siamo convinte che l’esperienza dell’adozione offra anche ai nonni una preziosa occasione di crescita, che merita di essere accompagnata e sostenuta. …ma anche perchè abbiamo conosciuto nonni adottivi così speciali che meritavano davvero un libro tutto per loro!

 

WB : Qual è il ruolo dei nonni nell’esperienza adottiva?

 

SN: I nonni adottivi… fanno i nonni!

E’ vero però che l’adozione inserisce elementi di novità che richiedono di ridefinire ruoli e compiti di ciascuno. Innanzitutto i nonni sono chiamati a condividere e sostenere la scelta dei propri figli. L’adozione infatti è un’esperienza di accoglienza che non può prescindere dall’apertura di tutto il sistema familiare.

La provenienza del nipote, la sua storia e le sue caratteristiche richiedono ai nonni la capacità di confrontarsi con situazioni, pensieri ed emozioni del tutto speciali. Questi bambini hanno bisogno di una famiglia nella quale sviluppare un senso di appartenenza forte e stabile. Uno dei compiti principali dei nonni è proprio quello di diventare per il nipote quelle radici salde che sono fondamentali per la sua crescita. 

 

WB: Il libro è anche il racconto dell’esperienza dell’Associazione PETALI DAL MONDO. Quali sono le proposte di questa associazione per i nonni?

 

SN: I Petali dal Mondo propongono dal 2007 incontri di gruppo per nonni e futuri nonni adottivi. Dopo l’esperienza condotta dalla dott.ssa Dalcerri, che è una delle autrici del libro,  oggi l’iniziativa prosegue con successo in collaborazione con gli operatori del centro adozioni di Tradate e Saronno.

 

WB: Ci sono differenze tra l’essere un nonno biologico e l’essere un nonno adottivo?

 

SN: Nel libro abbiamo dedicato un intero capitolo a questo tema, che è molto interessante. Riteniamo che siano molte le diversità: l’attesa, il primo incontro con il nipotino, la sua conoscenza, la costruzione del legame, le difficoltà, i momenti critici, le domande,… sono tutte situazioni nelle quali emergono molte differenze tra l’essere nonni biologici e nonni adottivi. Ma i nonni ci hanno anche insegnato che per loro ogni nipote è un dono ricevuto. E’ un regalo immenso, che vivono con gratitudine e stupore, e che sanno accogliere con anima e corpo, diventando nello stesso tempo per ogni nipote nonni di pancia e nonni di cuore.

 

WB: Mi ricordo, con molto piacere, che da piccolo passavo molte sere in terrazzo con cugini, zii e genitori ad ascoltare i racconti della nonna. Erano racconti molto solenni, quasi mitologici e, nonostante le storie narrate fossero ben note a noi nipoti, c’era comunque un piacere nel riascoltarle. Quali storie possono narrare i nonni adottivi?

 

SN:Le stesse storie che raccontano tutti i nonni: quelle della tradizione, le piccole grandi storie quotidiane che hanno i nipoti come protagonisti e le storie familiari. I bambini amano le storie (soprattutto se a raccontarle sono i nonni!) e tutti noi conosciamo bene l’importanza della narrazione.

Per i bambini che vengono da lontano, che hanno storie complesse e una nuova famiglia in cui inserirsi, le storie hanno un triplice valore:

  1. le storie tradizionali aiutano i bambini ad appropriarsi di una cultura che spesso è totalmente sconosciuta.
  2. attraverso i racconti e le parole dei grandi i bambini conoscono la propria storia, danno un nome alle emozioni, mettono ordine tra i loro pensieri. Per i bambini con un passato doloroso e difficile da comprendere questo è un passaggio importante. E‘ difficile per gli adulti raccontare ad un bambino la sua storia di abbandono e sofferenze…, ma per fortuna spesso le storie hanno un lieto fine! 
  3. le storie di famiglia e i racconti del passato contribuiscono in maniera fondamentale alla costruzione dell’appartenenza familiare. Sono i ricordi e i racconti dei nonni che permettono al bambino di affondare le proprie radici in una storia familiare cominciata molti anni prima della sua nascita e che, anche grazie a lui, potrà proseguire negli anni futuri. Raccontare al bambino tutta questa lunga storia, dirgli quanta gioia ha portato il suo arrivo nella famiglia e immaginare insieme a lui un futuro felice è il regalo più grande che gli si possa fare!

 

WB: A chi consiglierebbe il libro NONNI ADOTTIVI?

 

SN: E’ un libro per tutti coloro che sono interessati ai temi della famiglia e degli affetti familiari; e, in particolare, per i nonni che desiderano riflettere sul legame con i propri nipoti.

E’ uno strumento molto utile per coloro che lavorano nell’ambito dell’adozione ed è una lettura emozionante per le famiglie che vivono l’adozione da protagoniste.

Io lo consiglio particolarmente a tutti coloro che stanno vivendo il momento dell’attesa di un figlio o di un nipote adottivo: è un tempo prezioso per riflettere e prepararsi ad un evento che cambierà le loro vite. Leggere le storie, i pensieri e le emozioni vere che i nonni raccontano, non solo riempie il vuoto di un’attesa che spesso è molto lunga, ma fa sentire anche più vicina la realizzazione dei propri sogni!

 

Anna è furiosa

384-3403-7_6f35f80bf292539fb561ea0096034179ANNA È FURIOSA    di Christine Nöstlinger

ETA’ dai 5 anni

Collana Il Battello a Vapore
Serie Serie Bianca
Rilegatura brossura
Formato 12×19 cm
Pagine 64
 marzo 1993
ISBN 978-88-384-3403-7
Prezzo consigliato € 7,50

LA STORIA
Anna è una bambina con un grave problema: s’infuria per un nonnulla e non è capace di controllare in alcun modo la
sua arrabbiatura. Quando s’infuria perde il controllo di se stessa e tutti quelli che le stanno vicini in quel momento vengono aggrediti, anche se non le hanno fatto niente. I genitori cercano di aiutarla con dei consigli, e Anna si impegna a
seguirli, ma senza risultati. Alla fine, quando Anna non vuole più alzarsi dalla sua poltrona e uscire dalla sua came-
ra per paura d’infuriarsi ancora, arriva il nonno, con un regalo per lei: un tamburo. Suonando il tamburo quando
sente arrivare la rabbia, Anna riuscirà a scacciarla e a vincere così il suo problema.

 

I TEMI
Con la capacità di analisi e la lucidità che la contraddistinguono, Christine Nöstlinger affronta il problema del temperamento nervoso della bambina e la sua convenzionale soluzione. La forte personalità di Anna non riesce a svilupparsi armoniosamente perché dominata dal violento conflitto con la realtà. Con stile diretto e chiaro sono presentate le situazioni in cui tremenda scoppia la furia e il lettore non viene neppure sfiorato dall’idea che si tratti di capricci e che Anna sia una bambina viziata. No, Anna è pienamente consapevole del significato del suo modo di reagire e dell’ostacolo che costituisce alla sua relazione con il mondo, anche perché ne paga le conseguenze con l’isolamento.

È da rilevare il ruolo del nonno del quale, l’autrice fa notare, Anna si fida perché non le ha mai mentito, e la funzione liberatoria assegnata alla musica. È la musica, vissuta in prima persona, a risolvere il problema che affligge la bambina.

SPUNTI DI DISCUSSIONE
• Perché Anna si arrabbia spesso?
• Come diventa Anna quando si arrabbia?
• Cosa fa Anna quando si arrabbia?
• Cosa dicono gli altri bambini quando Anna s’infuria?
• Perché Anna non riesce a “mandar giù” la rabbia bevendo molta acqua?
• Cosa le propone la mamma per calmarsi?
• Chi le suggerisce l’idea del tamburo?
• In che modo gli altri bambini si convincono che Anna non è più furiosa?

 

PIANO DI LETTURA (clicca qui)

SPETTACOLO TEATRALE

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