La famiglia Bélier

 

belierLa famiglia Bélier

Un film di Eric Lartigau.

Ratings: Kids+13,

durata 100 min. – Francia 2014.

 

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INDICE

  1.  RECENSIONE
  2. INTERVISTA AL REGISTA (video)
  3. TRAILER (video)
  4. IL TALENTO (video)
  5. IL PRIMO APPUNTAMENTO (video)
  6. MIEI CARI GENITORI, NON FUGGO , IO VOLO (video e testo)

 

 

1)  RECENSIONE
Marzia Gandolfi  MY MOVIE

Paula Bélier ha sedici anni e da altrettanti è interprete e voce della sua famiglia. Perché i Bélier, agricoltori della Normandia, sono sordi. Paula, che intende e parla, è il loro ponte col mondo: il medico, il veterinario, il sindaco e i clienti che al mercato acquistano i formaggi prodotti dalla loro azienda. Paula, divisa tra lavoro e liceo, scopre a scuola di avere una voce per andare lontano. Incoraggiata dal suo professore di musica, si iscrive al concorso canoro indetto da Radio France a Parigi. Indecisa sul da farsi, restare con la sua famiglia o seguire la sua vocazione, Paula cerca in segreto un compromesso impossibile. Ma con un talento esagerato e una famiglia (ir)ragionevole niente è davvero perduto.
Campione di incassi in Francia e nella stagione appena passata, La famiglia Bélier è una commedia popolare che aggiorna con note e sorrisi il vecchio tema dell’adolescente alla ricerca di un’identità stabile. Sospeso tra focolare e autonomia, il nuovo film di Éric Lartigau ‘riorganizza’ una famiglia esuberante intorno a un’età per sua natura fragile e scostante. A incarnarla è il volto pieno e acerbo di Louane Emera, ex concorrente dell’edizione francese di The Voice, che presta voce e immediatezza a un personaggio in cerca di un posto nel mondo. Se comicità e crisi si accomodano tra la rappresentazione genitoriale del futuro filiale e la tensione allo svincolo della prole, i personaggi vivono situazioni esilaranti, annullano lo scarto con l’amore e spiccano il salto verso una condizione nuova. Appoggiato su una sceneggiatura solida, che mescola con perfetta misura umorismo, lacrime, disfunzioni, pregiudizi e canzoni, La famiglia Bélier svolge una storia ben ordita in cui ciascun personaggio gioca la sua parte con effetto e sincerità, senza mai sconfinare nel pathos. Precipitando lo spettatore nel mondo ‘smorzato’ dei malentendants, Lartigau elude lo sguardo (fastidioso) dei ‘normali’ sui disabili, mettendo in scena una famiglia che quella difficoltà ha imparato a gestirla, intorno a quella difficoltà è cresciuta e su quella difficoltà si è impratichita, sentendo ogni movimento della vita. La famiglia Bélier non emoziona perché è differente ma al contrario perché è universale, si agita, si rimprovera e fa pace come tutte le famiglie del mondo. Chiusi nella sordità e in una bolla di sicurezza familiare, i Bélier si fanno sentire forte e chiaro attraverso la voce limpida di Paula e attraverso il linguaggio marcato dei segni. Linguaggio che regista e attori dimostrano di saper adottare con sensibilità dentro un film good movie alla francese, che ‘canta’ Michel Sardou. Celebre chanteur parigino, ammirato dal professore appassionato e coinvolto di Éric Elmosnino, Sardou è il tappeto musicale che ‘accompagna’ il ritratto di una famiglia in un interno domestico e in un esterno bucolico, lontano dalle città e dentro una Francia atemporale e irriducibile, che alla techno preferisce la chanson française, al formaggio di soia quello a latte crudo, alle hall degli aeroporti le piazze di paese. Per preservare ‘quella Francia’ i Bélier sono addirittura disposti a scendere politicamente in campo e a battersi ‘a gran voce’. In tempi di crisi, la commedia di Lartigau ripara nei valori di cui Paula è in fondo portatrice sana. Perché il suo distacco dalle ‘origini’ è solo fisico, mai totale e lirico come le parole ‘segnate’ di Sardou (“Je vole”). Parafrasando la canzone, Paula “non fugge, lei vola” verso spazi e tempi di prova in cui prepararsi alla vita. Dentro una moltitudine di diversità Éric Lartigau pesca quella irresoluta dell’adolescenza e di un’adolescente che deve apprendere un ‘linguaggio’ nuovo ed evidentemente altro e incoerente rispetto a quello familiare. Ispirato al libro di Véronique Poulain (“Les Mots qu’on ne me dit pas”), La famiglia Bélier è abitato da un cast irresistibile, condotto da François Damiens e Karin Viard, genitori affatto ‘sordi’ a la maladie d’amour e a quel fiume di note impetuose che cercano una melodia. Una melodia che Paula legittima adesso con la sua voce (e le sue mani).

 

 

2) INTERVISTA AL REGISTA

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3) TRAILER

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4) IL TALENTO

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5) IL PRIMO APPUNTAMENTO

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6) MIEI CARI GENITORI…NON FUGGO . IO VOLO

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Mes chers parents je pars
Je vous aime mais je pars
Vous n’aurez plus d’enfants, ce soir
Je m’enfuis pas je vole
Comprenez bien je vole
Sans fumée sans alcool je vole, je vole

C’est jeudi, il est 5h05,
j’ai bouclé une petite valise
et je traverse doucement l’appartement endormi
j’ouvre la porte d’entrée en retenant mon souffle
et je marche sur la pointe de pieds
comme les soirs où je rentrais apres minuit
pour ne pas qu’ils se réveillent
Hier soir à table
j’ai bien cru que ma mere se doutait de quelques chose
Elle m’a demandé si j’etais malade,
pourquoi j’etais si pâle
j’ai dit que j’etais très bien
Tout à fait clair je pense qu’elle a fait semblant de me croire
et mon père a sourit.

En passant a coté de la voiture
j’ai ressenti comme un drôle de coup
je pensais que ce serait plus dure et plus grisant
un peu comme une aventure mais moins déchirant
Oh, surtout ne pas se retourner, s’éloigner un peu plus
Il y a la gare,
et après la gare il y a l’Atlantique,
et après l’Atlantique…

C’est bizarre cette espece de cage qui me bloque la poitrine
ça m’empeche presque de respirer
je me demande si tout à l’heure
mes parents se douterons que je suis en train de pleurer
Oh surtout ne pas se retourner, ni les yeux ni la tete,
ne pas regarder derrière
seulement voir ce que je me suis promis
et pourquoi et où et comment…
Il est 7h moins 5 je me suis rendormi dans ce train
qui s’éloigne un peu plus
oh surtout ne plus se retourner… jamais!

Mes chers parents je pars
je vous aime mais je pars
vous n’aurez plus d’enfants ce soir
je m’enfuis pas je vole
comprenez bien je vole
sans fumée sans alcool, je vole, je vole